E come tutte le cose belle, anche l'Abbecedario Culinario termina il suo viaggio in Italia e proprio nella mia regione, l'Emilia Romagna.
Nel mio blog non ci sono molte ricette legate alla nostra tradizione, ma questa volta era un obbligo morale cucinare il piatto più gettonato della mia infanzia, per farmi mangiare carne mia madre mi preparava spesso le cotolette, utilizzava però il vitello perchè all'epoca (mica poi così tanti anni fa....) si pensava che il maiale fosse troppo pesante per i bambini per poi però friggere le fettine nello strutto.
A proposito di strutto, falsa è la credenza che il suo fritto sia pesante, in realtà vi accorgerete che l'impanatura sarà asciuttissima e non vi resterà nessun sapore in retrogusto.
Altra precisazione, in alcuni ristoranti troverete l'aggiunta di panna anche al momento del passaggio nel secondo tegame, non so se sia facoltativo, in televisione ho visto che anche Alessandra Spisni non ne aggiunge, come mia madre lo utilizza solo come ingrediente nell'impanatura, inoltre, ho terminato con pochissime scaglie di grana sopra al prosciutto, trovo che aggiungendone di più si copra il sapore della carne essendocene già una dose abbondante nell'impanatura.
La belva affamata al mio fianco non mi ha permesso foto più graziose, non ho potuto permettermi neanche due foglie di radicchio di contorno, perdonate questa mancanza...
Ingredienti per 2-3 persone:
6 fette di filetto di maiale ben battute
70 g circa di grana grattugiato
1 pizzico di noce moscata
Pepe
Abbondante pangrattato
2 uova grandi
100 g di prosciutto di Parma affettato molto sottilmente
3 cucchiai di panna fresca
Brodo vegetale non salato
Scaglie di grana a piacere
200 g circa di strutto
Sbattete le uova con la panna, il grana grattugiato, una grattatina di noce moscata e un pizzico di pepe, io non metto sale perchè di sapidità ce n'è anche troppa.
Passate le fettine di filetto di maiale prima nel pangrattato, poi nell'uovo e nuovamente nel pangrattato.
In una padella lasciate fondere lo strutto, quando sarà pronto, friggete le cotolette pochi minuti per parte, toglietele e appoggiatele su carta cucina senza asciugarle, in questo modo non ci sarà necessità di altri condimenti nel secondo passaggio.
Mettete le fettine di carne in un'altra padella, copritene ognuna con due fette di prosciutto di Parma, e 2-3 scaglie di grana, quando il tegame sarà molto caldo, versate nel bordo un goccio di brodo, coprite e lasciate sciogliere il grasso del prosciutto e il grana a fiamma molto bassa.
Servite e godetevi la grassa Bologna!
Questa ricetta partecipa per la regione Emilia Romagna all’Abbecedario Culinario, organizzato dalla Trattoria Muvara:
Non conoscevo queste cotolette, ci credo che la "belva" le abbia "assalite"!
RispondiEliminaBuona serata
eh no....queste cotolette alla bolognese sono proprio nuove per me...io ero rimasta a quella milanese!
RispondiEliminae fritte nello strutto...sicuramente una bontà unica!!!
bacioni
Grazie Sara, hai inaugurato la lettera con una golosossima ricetta che tra l'altro io non conoscevo!!!! alla prossima
RispondiEliminaMeraviglia! Sono rustiche e buonissime:) fan venire una famina...
RispondiEliminaUn bacione e a presto:*
Beh, direi che con questa ricetta le hai stese tutte le altre lettere dell'alfabeto! la cotoletta alla bolognese è una ricetta che sembra facile ma non lo è affatto! io ti confesso che le ho sempre solo mangiate (mia zia Anna era un'istituzione in tal senso) ma mai preparate. Oltretutto sono una frana a friggere per cui.. tu invece brava, come sempre!
RispondiEliminaSai che mi hanno proposto di partecipare all'Abbecedario europeo? non ho ancora ben capito ora mi vado a leggere bene la mail..
A presto! bacioni, Francy
Sara mi hai fatto morire dal ridere come hai definito il tuo compagno...ma dai..nessun essere umano avrebbe resistito alle tue cotolette...figuriamoci...le nostre "belve"!!!!!!bacioni....
RispondiEliminaUn secondo piatto ricco di gusto! Brava!!!
RispondiEliminamai sentite dire le cotolette alla bolognese hahahah però sono buonissime..lia
RispondiEliminaAdoro queste cotolette. Le ho mangiate una sola volta in una trattoria a Bologna, ma per tutto l'anno e mezzo che ho vissuto in Emilia Romagna non le ho mai più mangiate, ma solo sognate la notte, come si suol dire. Ne cercavo da tempo la ricetta. Nelle altre ricette trovate non ho mai trovato l'utilizzo della panna, ne' nella panatura, ne' nella cottura finale. Mi incuriosisce.
RispondiEliminaGrazie a tutte per il vostro apprezzamento, la belva non merita comprensione, non è che arrivi a cena dopo 24 ore di digiuno, a pranzo è sempre al ristorante e se va male dalla mamma, non ha scusanti....
RispondiEliminaIntanto ci tengo a dirvi che le cotolette alla bolognese sono un piatto tipico di Bologna, se venite nella mia città, le troverete in tutte le trattorie.
Francy!!! Benvenuta nell'Abbecedario!!!
Paola... prova la mia ricetta, ci terrei molto al tuo giudizio!!!
buone buone buone complimenti
RispondiEliminaGrazie Elena!!
EliminaDevo dire che la foto rubata all'uomo affamato, rende perfettamente l'idea!! Mai provata una versione così ricca, non me la lascerò scappare e sono sicura che anche la mia belva apprezzerà alla grande! Grazie Sara
RispondiEliminaNe sono convinta Babi, è un piatto che gli uomini adorano...
EliminaUn piatto veramente molto ricco e invitante!
RispondiEliminaLa Z di Zocca è stata un successone anche grazie a te! Ed eccola qui: http://abcincucina.blogspot.com.es/2012/11/z-come-zocca.html.
RispondiEliminaA breve in Trattoria pubblicherò un post riassuntivo di questo bellissimo viaggio che non sarebbe stato lo stesso senza di te.
A presto!
Aiuolik
A presto per un nuovo viaggio!!!
Eliminama che meraviglia! ma questa me la salvo sai...sono sicura che ai miei uomini piacerebbero eccome!!! grazie!
RispondiEliminaSicuro Elena... i maschietti adorano questi piatti così "light"...
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